Liceo Salvemini

Didattica on line: qualcosa di positivo

Una riflessione della prof.ssa Patrizia Ripa – docente di inglese del Liceo “Salvemini”

In tempi di pessimismo in cui la didattica  a distanza non ci soddisfa perché oggettivamente manca il contatto umano e non si può cogliere negli sguardi degli studenti ciò che pensano, non si può star loro vicini fisicamente, c’è chi vede anche il positivo di questa esperienza.

La didattica on Line ci sta mettendo a dura prova, docenti e studenti, ma una cosa è certa : è una bella sfida e può avere anche risvolti positivi. Non avrei mai pensato infatti che grazie ai social in cui si è diffusa la notizia dell’iniziativa di curare la lettura del testo integrale dell’Ulisse di James Joyce che sto approfondendo con una serie di lezioni presso un’associazione culturale, un collega di Milano che insegna al liceo classico Berchet mi proponesse di fare una lezione on line su questo argomento in una sua 5 classe!

Occasione, questa della didattica a distanza, a cui non avremmo mai pensato in tempi “ normali “ e che invece ci offre oggi possibilità di avvicinare le varie scuole , anche a novecento chilometri di distanza con cross classes tenute da docenti diversi che si mettono in gioco offrendo le proprie competenze specifiche. Un modo per confrontarsi, per arricchirsi, sia per noi docenti , sia per gli studenti che imparano da più “voci”. Questa lezione sull’Ulisse di Joyce, frutto di approfondimenti e di interessi miei personali è andata benissimo . Studenti interessati e attenti sono intervenuti con delle domande in chat o vocali ed hanno detto che rifletteranno sui temi trattati riservandosi di fare altre domande se dovessimo organizzare altre lezioni in remoto.

Dunque abbiamo aperto una nuova strada , un’apertura tra varie scuole, una condivisione e collaborazione che si basa sulla esperienza e sulla formazione personale che ciascun docente mette a disposizione per altre scuole e per altri studenti.

Dopo l’esperienza del Berchet di Milano ho tenuto un’altra lezione in una 5 classe dell’istituto Giulio Cesare di Bari poiché mi è stato chiesto da colleghe che insegnano lì. Poi l’ho ripetuta con una collega di inglese che insegna in un liceo scientifico di Fermo. Ogni volta il responso degli studenti è stato diverso ed ogni  volta è andata migliorando la qualità dell’ intervento.

 Ad esempio mentre la prima lezione è stata fatta al mattino durante l’ora curriculare del mio collega del liceo Berchet, con le altre scuole si è pensato di effettuare la lezione di pomeriggio in orario extracurriculare per cui c’e stato tutto il tempo per trattenersi dopo per approfondimenti, commenti , scambio di impressioni  e interazioni  tra studenti e tra colleghe.

E, rigorosamente in chat, i commenti degli studenti sono poi stati:

“Molto interessante, prof!”, “ ci ha davvero arricchiti” o “ è stata un’esperienza nuova, coinvolgente” 

Un modo per rallegrarli e rallegrare anche noi docenti con stimoli nuovi.

Bella iniziativa, no? Ed è solo l’inizio, non tutte le cose che possono apparire negative all’inizio sono tali, questa nuova esperienza della didattica a distanza può aprire nuovi scenari se usata con intelligenza e desiderio di collaborazione.

Patrizia Ripa