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Oltraggio a pubblico ufficiale: alcune precisazioni

Ai sig.ri genitori degli alunni del
Liceo Scientifico Statale “G. Salvemini”
Bari

Gentili genitori,

il rapporto tra le famiglie e la nostra scuola è sempre stato improntato a spirito di cooperazione e di dialogo; pur nella distinzione di compiti e di ruoli, una comune aspirazione ci ha guidati verso la costruzione di una profonda alleanza educativa per la formazione dei nostri giovani studenti.

I docenti della nostra scuola si sono sempre impegnati al meglio delle loro possibilità per migliorare la qualità della didattica e l’efficacia del percorso di apprendimento degli studenti, di cui fa parte integrante la valutazione di fine anno.

La competente responsabilità nella valutazione esprime pur sempre un’intenzione educativa, e non punitiva o discriminatoria, dei Consigli di Classe e dell’intera comunità scolastica e, in questo senso caratterizza la funzione docente. Le famiglie devono avere la maturità di riconoscere la comune funzione educativa anche in occasione della valutazione di fine anno, sia nel caso si riveli pienamente positiva sia nel caso si inviti i ragazzi a colmare lacune o a riprendere slancio nella ripetizione di un anno scolastico. I parziali insuccessi fanno parte di un lungo percorso educativo e nessuno deve mettere in discussione l’imparzialità, l’identità professionale e deontologica dei nostri professori.

Devo rimarcare il fatto che, in occasione delle valutazioni di fine anno, alcuni genitori hanno mostrato di preferire agli imperativi posti dalla responsabilità educativa, l’esercizio emotivo di aggressivi difensori delle aspirazioni dei loro figli.

Al di là di realistiche considerazioni dei loro percorsi educativi, in alcuni casi, il pur comprensibile dispiacere dei genitori per la constatazione di valutazioni negative ha tuttavia assunto forme di ingiustificabile aggressività verbale, si è tradotto in atteggiamenti e gesti di vero e proprio oltraggio nei confronti dei docenti che comunicavano loro gli esiti della valutazione.

Ebbene, cari genitori, questi comportamenti negativi non possono essere più tollerati all’interno della nostra comunità scolastica. Le famiglie devono continuare a gestire l’alleanza educativa anche in frangenti spiacevoli o parzialmente negativi per i loro figli.

La scontentezza e il disappunto possono essere comprensibili, così come la richiesta di trasparenza o di approfondimento di legittimità formale dei provvedimenti di fine anno; tuttavia non possiamo più accettare che si giunga all’offesa, all’oltraggio, all’aggressione verbale o fisica. I docenti hanno diritto alla riconoscenza e al rispetto delle famiglie per l’encomiabile lavoro che svolgono ogni giorno.

All’uopo sono costretta a ricordare che i docenti, esattamente come il Dirigente Scolastico, nell’esercizio delle loro funzioni nella scuola pubblica sono da considerarsi come pubblici ufficiali (Cassazione V Penale n. 15367 del 2014) e che in futuro, in occasioni di violazione della loro dignità professionale, del loro prestigio e onore, di aggressioni e di oltraggio durante l’esercizio delle loro pubbliche funzioni, la scuola farà valere la propria facoltà di denunciare i responsabili per il reato dioltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 357 comma 1 del Codice Penale e dalla Legge n. 94/2009.

Spero che una serena valutazione della questione riporti tutti al rispetto di norme e ruoli, alla riscoperta di una comune funzione educativa, onde evitare futuri spiacevoli eventi.

LA DIRIGENTE
(prof.ssa Tina Gesmundo)

 

Oltraggio a pubblico ufficiale: che cosa dice la legge?

L’oltraggio al pubblico ufficiale è un delitto previsto in origine dal nostro codice penale (Art. 341 bis) che, disposta l’abrogazione degli artt. 341 e 344 del Codice Penale (per effetto dell’articolo 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205) è stato nuovamente introdotto nell’ordinamento a seguito della Legge n. 94/2009

Esso si manifesta quando una persona in luogo pubblico e in presenza di più persone offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni.

Un classico esempio di oltraggio a pubblico ufficiale si ha quando una persona offende un vigile, un carabiniere, un poliziotto per strada (luogo pubblico) mentre sta svolgendo il proprio lavoro, infatti in casi del genere si sta offendendo l’onore ed il prestigio del vigile, carabiniere o poliziotto di turno.

Per quanto riguarda i docenti, essi sono a tutti gli effetti dei pubblici ufficiali (Cassazione V Penale n. 15367 del 2014), per tanto chiunque offenda verbalmente o aggredisca fisicamente un docente commette de facto il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, reato che ricordiamo prevedere una pena fino a tre anni di reclusione; la pena, ovviamente, muta da caso a caso: ad esempio non è previsto il carcere nel caso in cui la persona sia incensurata, in questo caso l’imputato dovrà comunque difendersi in un processo.

LS_SALVEMINI_Oltraggio a Pubblico Ufficiale