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Incontro con GREPPI – 28/1/2017

Il Liceo Scientifico G. Salvemini ospita CARLO GREPPI, autore di “Non restare indietro“, romanzo che si propone di raccontare la Giornata della Memoria attraverso il filtro delle emozioni di un adolescente inizialmente disinteressato alla faccenda. [FOTO]

Quando si parla di storia, infatti, la domanda – tristemente – più diffusa è “A cosa serve ricordare cose accadute decenni fa, così lontane da noi?”.

Ricalcando quanto detto da Greppi, lo sbaglio sta nel mezzo col quale il messaggio viene veicolato: toni troppo spesso conferenzieri, descrizioni quasi asettiche di un episodio al quale è invece necessario guardare attraverso lo spettro delle nostre emozioni, immedesimandoci.

Le atrocità che l’uomo è stato in grado di commettere ci terrorizzano, ed è per questo che quando visitiamo un campo di sterminio ci leghiamo alle torrette, alle baracche, alle cose materiali; percepiamo il dolore altrui come fosse nostro, rendendo ogni visita un’esperienza unica e personale. Così commenta il direttore del museo di Auschwitz riguardo all’importanza dell’immedesimazione, del porci delle domande e darci risposte.

La conoscenza nuda e cruda, se non è mediata da un sentimento di solidarietà, comprensione ed indulgenza verso gli altri, non può che generare ingegneri che progettano camere a gas, infermiere provette che ammazzano lattanti, mostri ben istruiti. Questo l’appello di un preside americano sopravvissuto allo sterminio: “Diffido dell’educazione, rendete gli studenti umani”.

Essere stufi della ricorrente retorica usata quando si tratta di Giorno della Memoria è quindi comprensibile, ma non può e non deve giustificare il disinteresse verso il messaggio veicolato. Al Giorno della Memoria non c’è fine, non c’è una risposta.

Viviana Campanello, Dario Gioia, Ivana Nuzzaco